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6 cose da fare a Bergamo

In realtà a Bergamo si possono fare più di 6 cose!! Ce n'è per tutti i gusti: famiglie, coppie, sportivi, solo traveler, amanti del vino e del buon cibo, amanti dell'arte.

Piazza Vecchia Bergamo

La piazza si trova sul vecchio foro romano. Gli scavi eseguiti presso la biblioteca civica Angelo Mai, hanno riportato alla luce l'antico cardo che percorreva questa area. Dal XI secolo la piazza era occupata da abitazioni e tuguri. Dal XIII secolo iniziò la bonifica della zona, con la demolizione di strutture fatiscenti e il collegamento con la piazzetta di san Michele all'Arco, e solo con il medioevo divenne il centro cittadino, con la costruzione del Palazzo della Ragione nel XII secolo sede del comune.

Gli edifici che la circondano furono edificati a partire dal XV secolo dando alla piazza la forma geometrica rettangolare quasi perfetta, portandola a diventare con l'attigua piazza Duomo il centro monumentale più importante di Bergamo.
Tra i tanti eventi che videro la piazza come protagonista ve ne è uno particolare, la cui documentazione è conservata nella biblioteca Angelo Mai. Il 19 febbraio 1511 il massarolo certo Angelo da Vertova, aveva inoltrato all'amministrazione del comune il costo dell'impiccagione e messa al rogo di un condannato chiamato de Rocha.

Nel 1511 il territorio cittadino era stato occupato dai francesi, e, considerato che l'impiccagione era una condanna molto grave, si può pensare che fu una condanna minore ma commutata per motivi politici. È probabile che l'impianto della forca fosse stabile sulla piazza che viene citata come la piazza, quindi la più importante della città. Il documento descrive in maniera minuta non solo l'impiccagione con corde e reforzino, ma anche la bayta in legno che fu costruita per poter proseguire alla cremazione. Sono indicati l'acquisto di paliferio per far el buso in piaza che dovevano creare i fori nella pavimentazione, dove venivano fissati i pali di legno che dovevano reggere il tetto composto da piccoli rami di larice dove veniva posto il condannato. L'interno di quella struttura era riempita con paglia e fieno così che creasse un buon fuoco che veniva tenuto attivo dal boia con un forcone. La cenere rimasta veniva raccolta e portata nel monastero di San Francesco per la sepoltura. Il tutto è documentato a un costo di Lire 16,3.

I casoncelli sono un tipo di pasta ripiena chiusa a mezzaluna con un ripieno davvero goloso che ha tra gli ingredienti principali la carne di maiale, l’arrosto di vitello e il grana padano. Insieme a questi ingredienti spesso si trova anche l’uvetta, amaretti, aglio tritato e prezzemolo. La vera sorpresa dei casoncelli sta però nel condimento. Burro in abbondanza, pancetta croccante e salvia è il segreto di questo piatto a cui non si può resistere.

La basilica è caratterizzata dalla mancanza di un ingresso centrale e della facciata, infatti questa è cieca in quanto faceva parete unica con l'antico palazzo vescovile. I quattro accessi alla chiesa sono tutti laterali.

Sul transetto settentrionale, in piazza del Duomo, si apre la porta detta dei Leoni rossi con protiro di Giovanni da Campione e a sinistra di questa, a ridosso dell'abside, l'ingresso secondario. Tra le due porte sono infisse nel muro le antiche misure di Bergamo: il Capitium Comunis Pergami (cavezzo - 2,63 metri) e il Brachium (braccio - 53,1 cm) a cui i tessitori e i commercianti facevano riferimento.


A destra della porta si impone la Cappella Colleoni con la scalinata d'ingresso delimitata da una cancellata in ferro battuto. Sempre sulla destra, staccato, sul fondo della piazza, il battistero.

Il transetto meridionale apre su piazza Rosate con la porta, sempre con protiro di Giovanni da Campione, detta dei Leoni bianchi e a sinistra di questa, arretrata, la porta della Fontana di Pietro Isabello.

Bergamo è una città perfetta per gli appassionati di golf, con i suoi splendidi campi da golf che si estendono per tutto il territorio. Se sei un golfista o semplicemente vuoi provare questo sport durante la tua vacanza a Bergamo, allora sei nel posto giusto.

L'Accademia Carrara sorse alla fine del Settecento grazie alla generosità del lascito del conte Giacomo Carrara, la cui ricchissima raccolta di dipinti, disegni e stampe costituisce il nucleo primario dell'attuale pinacoteca. Accanto alla Galleria il conte bergamasco fece istituire anche la Scuola, con l'intenzione di creare un singolare connubio che permettesse agli studenti di affiancare allo studio e alla pratica anche l'osservazione dei modelli presenti nell'adiacente pinacoteca. La gestione delle due istituzioni venne affidata alla Commissarìa, un organismo composto da esponenti dell’aristocrazia della città di Bergamo.

Il fabbricato dell'Accademia , conforme ai disegni di Costantino Gallizioli, risale agli anni che vanno dal 1767 al 1774. La Commissaria , nel 1804, decise di ampliare gli spazi e costruire un nuovo edificio. Furono invitati a presentare progetti gli architetti Leopoldo Polack e Simone Elia e il progetto di quest'ultimo fu scelto con un solo voto di maggioranza. L'edificio in cui si colloca ancora oggi il museo ospitava inizialmente anche la Scuola, poi trasferita nel cortile retrostante tra il 1912 e il 1914.

L’Accademia ha visto crescere significativamente il proprio patrimonio per merito di una fitta serie di donazioni e lasciti, che testimoniano un’ininterrotta tradizione di mecenatismo avviata dal munifico gesto del conte Carrara. Il museo è per questo affettuosamente definito 'Museo del Collezionismo'. Questa tradizione è stata poi suggellata, nel 1958, dall’immissione del Comune di Bergamo nella titolarietà dell’istituzione, che in questo modo divenne a tutti gli effetti un museo civico.

Dopo sette anni di chiusura, necessari per provvedere a lavori di restauro e di adeguamento impiantistico dell'edificio, l'Accademia Carrara riapre al pubblico nell'aprile del 2015. A partire dal 2016 la gestione del museo è affidata alla Fondazione Accademia Carrara.

Le mura veneziane di Bergamo sono un'imponente costruzione architettonica risalente al XVI secolo, ben conservate non avendo subito, nei secoli, nessun evento bellico. Tale cinta è costituita da 14 baluardi, 2 piani, 32 garitte (di cui solo una è giunta sino a noi), 100 aperture per bocche da fuoco, due polveriere, 4 porte (Sant'Agostino, San Giacomo, indubbiamente la più bella e panoramica, Sant'Alessandro e San Lorenzo, quest'ultima conosciuta anche come porta Garibaldi). A tutto questo vi è da aggiungere una miriade di sortite e passaggi militari di cui, in parte, si è persa la memoria, come la Porta del Pantano inferiore, risalente al XIII secolo che era un collegamento con via Borgo Canale, mentre la porta del Pantano inferiore che era l'accesso alla parte superiore della Cittadella viscontea è scomparsa.

I bastioni, esternamente, danno alla città un aspetto di fortezza inespugnabile, ma poiché furono realizzati nella seconda metà del 500, l'affermarsi del cannone a tiro parabolico bombarda ne rende di fatto il canto del cigno di tale tipologia di costruzioni militari.

Dal 9 luglio 2017 le mura veneziane sono entrate a far parte dell'UNESCO, come patrimonio dell'umanità, nel sito seriale transnazionale "Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale".

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